“ LUNA PARK !?! ”

“ALL’OMBRA de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto, è forse il sonno della morte men duro?”. Men duro no, si potrebbe rispondere a Foscolo, ma se all’ombra dei cipressi ci organizzi un bel pic-nic e mentre mangi, e piangi il morto, ti accompagna un’orchestrina di violini, forse sì, men duro può diventarlo. Blasfemo e irrispettoso? Chiedetelo ai manager del Congressional Cemetery di Washington, che organizzano una specie di Street Parade fra le tombe, con cani, orchestrine e sbandieratori, e brunch conclusivo sotto a un tendone. Il cimitero diventa un po’ un luna park, luogo di visite guidate all inclusive, per promuoversi e conquistare clientela: più furbacchioni che pazzi, visto che la tendenza prende piede e porta soldi.

Prendiamo Philadelphia. Lo storico Lauren Hill Cemetery promuove se stesso come un “Underground Museum” e registra il tutto esaurito per il cosiddetto “Titanic Tour”, laddove “Titanic” si riferisce al modo con cui gli americani chiamano il giorno del trapasso, appunto il “Titanic Day”. Al Lauren Hill si organizzano parate e visite guidate con pranzo e/o cena “first class”. Orchestrine di violini suonano struggenti melodie danubiane, mentre impeccabili camerieri procedono con le nove portate previste dal biglietto di prima classe.

Nel cimitero di Green Wood a Brooklyn, oppure in quello di Woodland, nel Bronx, a New York, si propongono invece mini-tour fra le tombe dei grandi estinti locali, da Duke Ellington a Lionel Hampton. Anche in questo caso, lo scopo è più mercantile che culturale: trovare clienti disposti a sborsare dollari sonanti per comprare quel paio di metri quadri di terra necessari per riposare in eterno accanto, ad esempio, a Neil Armstrong. Ma senza perdere troppo tempo, perché l’occasione è ghiotta e c’è chi ne sta già approfittando: a Woodland c’è ancora posto “almeno per un anno e mezzo” di sepolture.

E’ un tipo di “turismo” tutto nuovo che, tuttavia, trova nel mercato americano una sua singolare capacità di penetrazione.

L’idea è di Theresa Page, amministratrice dell’Oakwood. Il cimitero versa in cattive condizioni economiche e ha bisogno di parecchi (e costosi) interventi di restauro. E visto che “qui abbiamo posto per altri duecento anni almeno”, tanto vale metterci le mani. E trovare forme alternative di pubblicità . Come i “Titanic Tour”, per l’appunto. “Vogliamo che la gente che viene in questo posto pensi: ‘Wow, mi piace l’idea di passare qui la mia eternità ”, dice la Page senza tradire la benché minima intenzione ironica.

LucchettiPonteMilvio

 
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